ItaliaOggi   –   ENTI LOCALI   –   Venerdì 29 Settembre 2000


Analisi / Un sistema più complesso ma che fotografa subito la realtà economica

Undici motivi per puntare sulla contabilità analitica

DI MAURO BELLESIA

Sono sempre più numerosi gli enti locali che applicano la contabilità generale ed analitica, a fianco della tradizionale contabilità finanziaria; ciò è previsto dall’art. 74 del D. Lgs. 77/95 (ora art. 232 del T.U.) che in tema di contabilità economica dispone “gli enti locali … adottano il sistema di contabilità che più ritengono idoneo per le proprie esigenze”.
La scelta di applicare un sistema di contabilità generale ed analitica deve necessariamente risultare da una valutazione dei maggiori costi della complessità delle rilevazioni contabili, da un lato, e dei benefici derivanti dalla conoscenza immediata degli aspetti economici delle attività e dei servizi pubblici, dall’altro.
Il punto centrale della scelta non è, come sembra a prima vista, un problema contabile, ma, al contrario, la consapevolezza manageriale dell’utilità della contabilità generale ed analitica; in altri termini, la convinzione che la conoscenza dei costi e dei proventi dei servizi pubblici porti al miglioramento dei processi decisionali.
Ma perché è preferibile l’applicazione della contabilità generale ed analitica rispetto, ad esempio, alla metodologia semplificata delineata dal prospetto di conciliazione (art. 71 D. Lgs. 77/95, ora art. 229 del T.U.).
1) a volte l’utilizzo del prospetto di conciliazione, che sfrutta la contabilità finanziaria per ricavare sinteticamente i dati economici e patrimoniali, sembra essere troppo semplificata nei confronti di una realtà che, anche nei piccoli enti, si presenta estremamente complessa e variegata. Il problema consiste nella difficoltà di ottenere un buon grado di dettaglio dei costi (e dei proventi) senza appesantire la contabilità finanziaria con un elevato numero di capitoli o di articoli. Al contrario, la contabilità generale ed analitica rappresenta un sistema contabile certamente più consono alle esigenze di separare, catalogare, rilevare e controllare i costi dei singoli servizi pubblici in organizzazioni complesse e diversificate.
2) la complessità della contabilità generale ed analitica percepibile facilmente dalla struttura del piano dei conti e dei centri di costo, non appesantisce la contabilità finanziaria, che invece, proprio per l’adozione della contabilità generale ed analitica, può essere semplificata senza comportare perdite di informazioni; 
3) la contabilità generale ed analitica “assorbendo” l’esigenza di dettaglio dei costi e dei proventi della gestione, valorizza, nel contempo, la funzione autorizzatoria della contabilità finanziaria “depurandola” dagli stanziamenti di entrata e di spesa tipicamente gestionali che mal si conciliano con la separazione tra funzioni politiche e competenze gestionali propria delle ultime recenti riforme (L. 142/90 e D.Lgs. 29/93);
4) il prospetto di conciliazione è una metodologia che nasce per essere applicata in sede di consuntivo ovvero in un momento temporale troppo distante da quando si prendono le decisioni di gestione. Eventuali applicazioni in corso d’anno potrebbero dar luogo ad un notevole aumento della complessità di tale strumento. La contabilità generale ed analitica agevola, invece, le chiusure infrannuali e le rendicontazioni periodiche poiché è concepita per fornire informazioni (il più possibile) in tempo reale;
5) pur nella maggiore complessità che ovviamente comporta, la contabilità generale ed analitica conduce ad una maggiore chiarezza e trasparenza per il fatto che rileva giorno per giorno con il metodo della partita doppia i singoli accadimenti ed è ampiamente conosciuta nel settore privato. Chiarezza e trasparenza non possono che influenzare positivamente l’attendibilità dei risultati contabili; 
6) la contabilità generale ed analitica permette controlli più facili, più incisivi, completi ed efficaci, con particolare riguardo al controllo di gestione che senza la tempestiva conoscenza dei costi dei singoli servizi difficilmente potrebbe esplicare le proprie funzioni; 
7) dal punto di vista operativo la contabilità generale ed analitica utilizza moderni software disponibili ormai a basso costo, pensati e realizzati per gli enti locali; la scelta del software riveste una grande importanza poiché, utilizzando al meglio le potenzialità informatiche, si evitano le doppie registrazioni e le perdite di tempo; 
8) la contabilità analitica semplifica l’opzione IRAP per i servizi commerciali, ottenendo nella maggioranza di casi notevoli risparmi d’imposta. L’opzione comporta il passaggio per i servizi commerciali dal regime normale nel quale si applica il metodo retributivo, alla determinazione della base imponibile secondo il criterio della produzione netta (art. 10, comma 3, del D. Lgs. 446/97); 
9) anche gli adempimenti dell’IVA sono facilitati dall’utilizzo della contabilità generale ed analitica affiancata alla contabilità finanziaria; 
10) con la contabilità analitica risulta possibile estendere l’analisi economica, non solo a libello dei singoli servizi posti in essere, ma anche a livello di attività o processi trasversali introducendo le logiche dell’activity based costing e dell’activity based management conosciute da decenni nel settore privato. Gli aspetti positivi dell’utilizzo dell’A.B.C. e dell’A.B.M. in termini di recupero dell’efficienza e dell’efficacia gestionale nelle grandi e medie organizzazioni sono note da tempo; 
11) in ultima analisi, la contabilità generale ed analitica produce le informazioni necessarie e nel momento giusto per effettuare: analisi dell’efficienza e dell’economicità, scelte di programmazione, decisioni di tipo make or buy, esternalizzazioni dei servizi, scelte gestionali e azioni correttive dell’andamento della gestione, nonché paragoni con l'esterno.