IL SOLE 24 ORE – lunedì 26 Giugno 2000 – N. 171

Enti locali


Contabilità: Come valutare il rendiconto ‘99

Avanzo d’amministrazione al centro del consuntivo

Il rendiconto dell’anno 1999 dei comuni con abitanti da 5.000 a 39.999, che deve essere approvato entro il 30 giugno, deve contenere (per la prima volta) il conto economico a fianco del conto del bilancio e del conto del patrimonio. E’ importante saper cogliere il significato del risultato economico alla luce del risultato finanziario di amministrazione; ciò al fine di poter esprimere correttamente una valutazione complessiva dell’andamento della gestione dell’ente. Il risultato di amministrazione, quale valore di sintesi della gestione finanziaria, è dato dal fondo di cassa, più i residui attivi e meno i residui passivi; il tutto è calcolato al 31 dicembre ed esprime l’eccedenza (avanzo) o la deficienza (disavanzo) del fondo di cassa e dei residui attivi rispetto al volume dei residui passivi. Il risultato economico (utile o perdita), quale dato di sintesi dell’andamento della gestione economica, deriva dalla differenza tra i proventi ed i costi di esercizio e corrisponde alla variazione del valore del patrimonio netto subita dall’inizio alla fine dell’anno per effetto della gestione. L’ordinamento finanziario e contabile assegna al risultato di amministrazione precise conseguenze sul piano amministrativo-contabile: l’avanzo (risultato positivo) può essere utilizzato per finanziare investimenti, spese non ripetitive e altre spese come indicato dall’art. 31 del succitato D. Lgs. secondo una scala di priorità; il disavanzo (risultato negativo) obbliga l’ente a porvi rimedio applicandolo al bilancio preventivo alla stregua di qualsiasi altra spesa. Al contrario, per quanto riguarda il risultato economico non vi sono conseguenze amministrative-contabili: nel caso di perdita non sussiste alcun obbligo di ripiano, nel caso di utile non è possibile l’utilizzo dello stesso. La diversità delle conseguenze è frutto delle funzioni e della valenza attribuite dal Legislatore alla contabilità finanziaria e alla contabilità economica: 1 la contabilità finanziaria esplica funzioni autorizzatorie e di controllo finanziario e, come tale, rileva sinteticamente la “bontà” della gestione paragonando alla fine dell’esercizio cassa ed entrate da acquisire (residui attivi) da un lato e spese ancora da effettuare (residui passivi) dall’altro;2 la contabilità economica, invece, ha un valore conoscitivo e di supporto alle analisi di efficienza e al controllo di gestione. Le fattispecie matematicamente possibili sono: entrambi i risultati positivi, entrambi negativi ed uno positivo e l’altro negativo. Innanzitutto, sembra impossibile sul piano logico la fattispecie di un disavanzo e di un utile, perché una situazione negativa del risultato finanziario non può che generare, in linea di massima, un analogo risultato sul piano economico, tenendo conto che quest’ultimo rileva tra i costi anche voci non finanziarie; ad esempio gli ammortamenti.

Per gli stessi motivi sembra difficilmente realizzabile anche la fattispecie di entrambi i risultati positivi: ciò potrebbe avvenire in presenza di un avanzo particolarmente elevato e di un livello di ammortamenti relativamente ridotto. Il caso di entrambi i risultati negativi non richiede particolari commenti. Il caso invece più frequente e certamente più difficile da valutare è quello contraddistinto da un avanzo di amministrazione e da una contemporanea perdita di esercizio. L’avanzo di amministrazione è un indicatore generale di buona amministrazione (sul piano finanziario) poiché dimostra sostanzialmente il rispetto degli equilibri di bilancio; tuttavia se supera la percentuale del 6 o 7% sulle entrate correnti (ritenuta generalmente fisiologica), potrebbe acquisire un significato negativo per incapacità di spendere e quindi di attuare le scelte di programmazione. Una valutazione più approfondita deve prendere in considerazione le componenti dell’avanzo di amministrazione ovvero il risultato della gestione di competenza ed il risultato della gestione residui. La contemporanea perdita di esercizio evidenzia che il valore delle risorse effettivamente “consumate” (costi) sono maggiori del valore delle risorse “acquisite” (proventi); nell’ente locale, che non è un’impresa, ciò è di per se poco significativo e non comporta conseguenze, come sopraindicato. Ma come valutare la gestione? Positivamente perché il risultato di amministrazione è positivo o negativamente perché il risultato economico è negativo? Senz’altro positivamente sul piano del rispetto delle regole contabili; tuttavia l’avanzo di amministrazione che supera livelli fisiologici potrebbe indurre ad un giudizio negativo sotto il profilo politico-amministrativo. Sotto l’aspetto prettamente economico sembra doverosa un’analisi di quali elementi abbiano influenzato negativamente il risultato economico senza produrre analoghi effetti negativi sul piano finanziario: di sicuro le quote di ammortamento che sono indicate (facoltativamente fino all’anno 2000) nel bilancio preventivo finanziario solo nella piccola parte indicata dall’art. 115 del D. Lgs. 77/95. Un giudizio complessivamente non negativo sembra peraltro scontato per il fatto che il risultato economico ha un valore prettamente informativo e diventa maggiormente significativo nell’analisi dei singoli servizi, più che nell’insieme delle attività svolte. Resta comunque il dubbio di fondo se sia possibile utilizzare l’avanzo di amministrazione per finanziare nuove spese, nel momento in cui il conto economico evidenzia un perdita di esercizio; per il Legislatore ciò è attualmente possibile.

MAURO BELLESIA