AZIENDITALIA - IPSOA N. 7/2004
Rubriche
Registrazioni
in contabilità
I contratti di swap sui tassi di interesse
a cura di Mauro Bellesia
Dirigente Comune di Vicenza -
Componente Osservatorio Finanza e Contabilità Enti Locali
A) L’ordinamento degli enti locali
I prodotti derivati
nel Tuel
Il
Tuel, D. Lgs. 267/2000 non prevede espressamente la possibilità di assumere
swap o altri prodotti finanziari derivati; tuttavia, tra le fonti di
finanziamento degli investimenti sono indicati i prestiti obbligazionari (art.
205) e, genericamente, altre forme di ricorso al mercato finanziario consentite
dalla legge (art. 199).
Le innovazioni della
legge finanziaria 2002
L’art.
41, comma 1, della legge 28 dicembre 2001, n. 448 indica per la prima
volta in modo esplicito la possibilità per gli enti locali di sottoscrivere
contratti di swap, rinviando ad un apposito decreto ministeriale le modalità
operative.
Il
D.M., emanato a distanza di quasi due anni il 1 dicembre 2003, introduce varie
limitazioni al ricorso degli strumenti derivati sia in merito alle tipologie
delle operazioni, sia nei confronti dei soggetti intermediari che devono essere
contraddistinti da un adeguato merito di credito; ulteriori precisazioni sulle
modalità delle operazioni possibili sono contenute nella successiva circolare
del Ministero dell’economia e delle finanze del 27 maggio 2004.
Le problematiche
operative
Lo
strumento certamente più diffuso nella realtà dei fatti è lo swap sui tassi
di interesse - interest rate swap - ovvero una operazione di swap che
riguarda i flussi monetari dei tassi di interesse che l’ente paga agli
istituti mutuanti.
Negli
ultimi anni si è sfruttato il differenziale tra i tassi fissi
dell’indebitamento della maggior parte degli enti locali (più alti) ed il
livello dei tassi variabili di mercato (più bassi); l’operazione comporta
indubbiamente un certo margine di rischio legato all’andamento dei tassi e
alla durata dell’operazione stessa, anche se vi sono vari strumenti correlati
che limitano il rischio di oscillazione dei tassi (cap, floor, collar),
ma che comunque incidono nella convenienza dell’operazione complessiva.
Sotto
il profilo delle registrazioni in contabilità, gli aspetti più problematici
dell’operazione di swap sui tassi di interesse riguardano il cosiddetto up-front
ovvero il premio che l’ente locale può ricevere al momento del
perfezionamento del contratto [1] e la costituzione di un
eventuale fondo rischi.
B) I principi contabili [2]
Il
principio 3, al n. 47, affronta la problematica delle operazioni di swap con una
precisa e specifica indicazione: “l’eventuale entrata derivante dalla
contrazione di swap finalizzati alla ristrutturazione dei tassi di interesse del
residuo debito … va considerata una entrata straordinaria da allocare nel
titolo IV delle entrate”.
E’
evidente la preoccupazione dell’Osservatorio per la finanza e la contabilità
degli enti locali che ha voluto inserire nel principio generale della
rendicontazione un punto specifico finalizzato a impedire comportamenti
effettivi in contrasto con gli equilibri di bilancio di medio-lungo termine.
Un
altro punto dei principi contabili che può riferirsi ai contratti di swap è il
n. 71 del principio 3, che affronta l’eventualità di una passività
potenziale: in tale situazione si consiglia di predisporre adeguati
accantonamenti che permettano la copertura dei futuri debiti.
C) Le rilevazioni
contabili
Nel
bilancio preventivo, l’adozione di un contratto di swap sui tassi di interesse
comporta, almeno inizialmente, una minore spesa per interessi passivi nel titolo
1, con evidenti benefici negli equilibri di parte corrente.
L’eventuale
up-front va comunque considerata una entrata straordinaria che finanzia, di
conseguenza, spese in conto capitale o comunque spese una tantum.
Anche
se la struttura del bilancio (D.P.R. 194/96) non lo prevede, il fondo rischi può
essere allocato nelle spese correnti, titolo I, funzione 1 (funzioni generali di
amministrazione di gestione e di controllo), servizio 08 (altri servizi
generali), intervento 11.
Bilancio preventivo |
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ENTRATE |
SPESE |
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Minori interessi passivi (tit.1, int. 06) Fondo rischi (tit.1, funz. 1, serv. 08, int. 11) |
…… …… |
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Up-front da contratto di swap (tit. IV, ctg. 5) |
….. |
|
|
|
|
Tot. entrate ….. |
…… |
|
Tot.
Spese …… |
…. |
In
contabilità generale, nel libro giornale le rilevazioni che riguardano
l’up-front ed il fondo rischi sono le seguenti.
Rilevazione
dell’up-front da contratto di swap:
gg/mm/aa |
||||
Banca o intermediario …..
(conto del patrimonio attivo, crediti verso altri in c/capitale,
voce B II 3 c) |
a |
Altri conferimenti (conto del
patrimonio passivo, voce B IV)
|
….. |
….. |
Riscossione
dell’up-front da contratto di swap:
gg/mm/aa |
||||
Cassa (conto del patrimonio attivo voce
BIV) |
a |
Banca o intermediario …..
(conto del patrimonio attivo, crediti verso altri in c/capitale,
voce B II 3 c) |
….. |
….. |
Rilevazione
del fondo rischi:
gg/mm/aa |
||||
Accantonamento a fondo rischi (conto
economico, oneri finanziari, voce D 21)
|
a |
Fondo rischi (conto del patrimonio
passivo, voce C VII)
|
….. |
….. |
In
sintesi:
Conto economico |
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|
Accantonamento a
fondo rischi (conto economico, oneri finanziari, voce D 21)
|
….. |
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Conto del patrimonio |
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ATTIVITA’ |
PASSIVITA’ |
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Cassa
(conto del patrimonio attivo voce BIV)
|
… |
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Altri
conferimenti (conto del patrimonio passivo, voce B IV)
|
… |
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|
|
Fondo
rischi (conto del patrimonio passivo, voce C VII) |
… |
|
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[1] Si ricorda che l’art. 3 del D.M. 1 dicembre 2003, G.U. n. 28 del 4 febbraio 2004, limita l’up-front al 1% del nozionale della sottostante passività.
[2] Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali presso il Ministero dell’Interno (www.mininterno.it): Finalità e postulati dei principi contabili degli enti locali (framework), 4 luglio 2002; Principio contabile n. 1 - Programmazione e previsione nel sistema di bilancio, 3 luglio 2003; Principio contabile n. 2 - Gestione nel sistema di bilancio, 8 gennaio 2004; Principio contabile n. 3 - Il rendiconto degli enti locali, 8 gennaio 2004.